martedì 6 giugno 2017

C.V.A : niente gara pubblica per non farsi notare ?




Grazie all'interpellanza dei Consiglieri del Gruppo Misto Elso Gerandin e Andrea Padovani, oggi, nel corso del Consiglio Regionale abbiamo appreso che:

Non si è fatta la procedura pubblica di nomina di un Advisor che tutelasse gli interessi dell'Amministrazione Regionale nella fase di quotazione in borsa di CVA per risparmiare.

Sulla base di questa considerazione e del fatto che la nomina pubblica di un Advisor non è imposta per legge, FINAOSTA, a fine 2016, ha dato mandato direttamente al Management di CVA di selezionare una o più banche a cui assegnare l'incarico di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners.

Le lettere di invito a manifestare interesse per il ruolo di Global Coordinator, Joint Brookrunner e Sponsor dell'Ipo e lo studio e la classificazione delle banche che hanno risposto è stato perciò fatto dal Management di CVA.

I gruppi bancari individuati dal Managment di CVA sono: MEDIOBANCA, in qualità di Joint Global Coordinator, Joint Bookrunners, Sponsor e Specialist;
CREDIT SUISS, in qualità di Joint Global Coordinator, Joint Bookrunners;
BNP PARIBAS, in qualità di Joint Bookrunners.

L’analisi delle IPO (Offerta pubblica iniziale) italiane ha rilevato, per operazioni analoghe per dimensioni a quella di CVA, la necessità di avere sindacati composti da 2 o 3 istituti o banche in qualità di Global Coordinator e di Bookrunner, oltre ad eventuali ulteriori Bookrunner.
All’interno del consorzio dei Global Coordinator è normalmente presente un Istituto italiano, al quale è affidato anche il ruolo di Sponsor, in virtù del fatto che lo stesso ha il compito di curare i rapporti istituzionali con Consob e Borsa Italiana. Oltre all’operatore italiano, il sindacato è abitualmente composto anche da istituti o banche di rilevanza europea ed internazionale, al fine di garantire il positivo collocamento delle azioni a livello globale, nel rispetto del principio di complementarietà.

Il Presidente della Regione, nel confermare la disponibilità a riferire alla Commissione competente in merito alla quotazione in borsa della società, ha osservato che «eventuali consulenze saranno attivate alla fine di questa procedura quando l'azionista farà le sue verifiche in merito al processo di quotazione sotto il profilo tecnico e economico.»

Il Consigliere Elso Gerandin si è detto deluso perché la risposta «non fa chiarezza. L'Advisor viene nominato prima, non dopo.
Che tutta la procedura sia stata gestita dal management di CVA solleva qualche dubbio, perché la società non ha fatto della trasparenza la sua caratteristica. Evidenzio poi che il Global Coordinator e il Bookrunner fanno i propri interessi nell'ambito della quotazione sul mercato perché prendono una percentuale sul collocato: il business è quindi sul collocato e la figura dell'Advisor non può coincidere con quelle di Global Coordinator e di Bookrunner; è piuttosto in conflitto. C'è quindi da preoccuparsi e annuncio che ci sarà una seconda puntata di questa vicenda.»

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Dalla risposta del Presidente Marquis emerge che CVA aveva già sviluppato fin dal secondo semestre 2014, tramite primari Advisor finanziari, un’analisi del progetto per una possibile quotazione in borsa. Inoltre sul finire del 2015 e poi nel primo semestre 2016, CVA aveva ripreso le attività di analisi esplorativa in vista di una possibile quotazione con l’ausilio di un primario Advisor finanziario. Le richieste di offerta sono state redatte sulla base degli elementi emersi all’esito di questa attività di analisi esplorativa e inviate, sulla base dei rispettivi standing di mercato e alla copertura dei potenziali mercati di interesse italiano, europeo e americano, a Mediobanca, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Crédit Suisse, Société Générale, Unicredit, Merrill Linch, Banca IMI, Equita e BNP Paribas.

In realtà CVA non ha risparmiato sull'Advisor, non ne era in grado. Semplicemente si è guardata bene dal sceglierlo in modo trasparente, con una gara di evidenza pubblica per non attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica sul processo di quotazione in borsa di CVA. L'intento era quello di agire nell'ombra per mettere eventuali oppositori di fronte al fatto compiuto.

Il Management che ha impostato la quotazione in borsa di CVA è lo stesso che è stato costretto a dimettersi in seguito allo scandalo delle turbine cinesi.

Il fatto che le azioni di CVA siano vendute a livello globale da MEDIOBANCA, CREDIT SUISSE e BNP PARIBAS non mi rassicura affatto.
Sarei molto più tranquillo e felice se la Compagnia Valdostana delle Acque restasse totalmente pubblica e totalmente valdostana.... non per campanilismo, ma a ragion veduta.

Paolo Meneghini